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Luigi Zari, un matrimonio infelice, un riconoscente ed onorevole accordo.

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   Luigi Zari, nato nel 1853, morto nel 1827, è figlio di Citterio Angela (Angiolina) e Pietro Zari (vedi scheda).

   Pietro Zari, morto in Verano nel 1884 per vizio di cuore [1], è stato quasi ininterrottamente nel Consiglio Comunale veranese dal 1845 alla morte. Era il fattore delle vaste proprietà veranesi di Massarani, compresa la villa dove probabilmente risiedeva. Ha avuto tre figli, due femmine: Giuseppa (Pierina) e Anna, ed un solo figlio maschio: Luigi. 

   Luigi Zari, benvoluto da Massarani è stato da lui fatto studiare fino a conseguire il diploma di ragioniere. Probabilmente è stato anche introdotto nell’alta società milanese e presentato ai Prìncipi Borromeo. In ogni caso Luigi Zari doveva avere qualità non comuni, tanto che i Prìncipi lo hanno assunto per quaranta lunghissimi anni, come amministratore dei loro beni, che sappiamo essere stati enormi.

   Massarani era in grande famigliarità con la famiglia Zari, e in particolare con Luigi, tanto che nella lettera a Virginia B, del 1878, lo chiama con l’affettuoso diminutivo di “Luigino” che in quel tempo era un uomo ormai maturo di 25 anni, sposato con Gina. Quando e dove i due si sono sposati? Non siamo riusciti a trovare dati certi, né nel registro parrocchiale di Verano, né in quello comunale; è però possibile circoscrivere la data del matrimonio, infatti:

   Luigi Zari compie la maggior età, 21 anni, nel 1875; sposarsi prima sarebbe stato estremamente difficile, permessi speciali ecc. e poco opportuno.

Massarani nella lettera del 1873 a Dell’Ongaro si riferisce a Virginia (Gina) B. chiamandola signorina, quindi non poteva essere sposata.

Nel maggio del 1876, Massarani, nominato Senatore, accetta di tornare a Roma, allontanandosi quindi dalla cara Gina.

Nella lettera del 1878, Massarani parlando apertamente di dissapori famigliari tra Gina e Luigi, scrive: «…ora che le cose camminano tollerabilmente». Inoltre, con un’inaspettata ipocrisia, imputa a Lei, la scelta del matrimonio «situazione che hai preferita e ce n’erano di tristi anche in quella da cui hai voluto uscire» (ovviamente lascia intendere: situazione da nubile e sua amante)

   In generale, i dissapori tra coniugi nascono non subito, ma qualche tempo dopo il matrimonio, quindi le nozze dovrebbero essere state celebrate tra il 1875 e il 1877 e molto probabilmente nel 1876, anno in cui Massarani, accettando l’incarico romano, trova un modo elegante per dare libero spazio alla nuova coppia, togliendo tutti dall’imbarazzo e così evitando possibili e sgradevoli pettegolezzi.

   Il rapporto matrimoniale tra Luigi Zari e Gina proseguì con problemi crescenti per alcuni anni, mentre non cessò mai lo scambio epistolare tra Gina e Massarani. Con queste premesse il matrimonio, combinato, non poteva durare a lungo; infatti i due sposi si divisero presumibilmente nel 1880. Da quella data, di Luigi Zari non si sa più nulla.

   Nel dicembre 1879, Massarani scrive a Gina[2] «Se io fossi a Milano con la mia insistenza otterrei almeno che ti curassi… da quei raffreddori che negletti degenerano in vera malattia» Queste sono preoccupazioni tipiche di un marito; un estraneo, per quanto caro, non potrebbe affermare “…con la mia insistenza otterrei che…”. Le parole significano che nel 1879 Gina vive sola a Milano e trascura la sua salute. Anni dopo, nel 1886, in una lettera Massarani scrive «di me tacqui… vi confesso quello che non lascio volentieri sapere altrui: essere stato ed essere travagliato da affezioni continue per casi non miei ma di persone cui sono affezionato…». La persona di cui parla è Gina, la cui salute peggiora rapidamente.

   Come già riferito, alcuni anni dopo e precisamente il 12 marzo 1892, Gina moriva, sola, nella villa Massarani a Verano, di paralisi cardiaca. Il registro dei morti della parrocchia veranese conferma che Gina Baumann Zari era la moglie del cavaliere Luigi Zari.

   Dopo la morte di Gina, il ragioniere Luigi Zari, che evidentemente aveva dovuto subire il matrimonio, si sposa, in seconde nozze, con Gilda Ongaro. Riteniamo che questo secondo matrimonio deve essere avvenuto nella parrocchia di Lei (Treviso), o a Milano, qualche anno prima del 1898; infatti nulla è scritto nei registri sia comunali che parrocchiali veranesi. I nuovi coniugi hanno avuto tre figli: Pierina, primogenita, morta giovanissima nel 1898; Rosanna, morta nel 1903 di sette mesi e infine Piero Zari, nato a Milano nel 1903 e ivi morto nel 1964. Certamente il cavaliere Luigi Zari aveva trasferito, agli inizi del 900, tutta la sua famiglia a Milano, dove ancora oggi vivono i suoi eredi.

Suo figlio Piero Zari, dottore in lettere, ha avuto un ruolo non marginale nelle vicende politiche successive alla prima guerra mondiale, come esponente del gruppo Giustizia e Libertà. 

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Oscar Gori, il “diletto nipotino”.

 

[1] Archivio Parrocchiale dei morti, dal 1878 al 1895, tav. 36

[2] Barbiera, lettera del 1879, a Virginia B.; Roma 6 dicembre 1879

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