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Monsignor Enrico Galbiati, prefetto dell’Ambrosiana.

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   Monsignor Galbiati, per anni prefetto dell’Ambrosiana, è sepolto nella tomba di famiglia (vedi foto 1) [1], posta nelle immediate vicinanze della grande croce all'entrata del cimitero veranese. La tomba è molto semplice; le scritte ricordano i defunti li sepolti solo con nome e cognome e fotografie. Il sito è facilmente rintracciabile in quanto caratterizzato da una lastra di bronzo alte circa due metri, nella quale è scolpito a bassorilievo un suggestivo e dolente Cristo in Croce (foto della tomba). Il monumento è a due passi dalla grande crocefissione che caratterizza il cimitero veranese.

   Per ricordare la figura grande figura di monsignor Galbiati (vedi foto 2) riportiamo il testo integrale, commemorativo, scritto da Marco Adinolfi e Anna Passoni dell’Acqua, nel 2014 [2]:

“Biblioteca Ambrosiana – Enrico Rodolfo Galbiati – Ricordato dalla Biblioteca il suo Prefetto –

“Un Maestro” di Marco Adinolfi e Anna Passoni dell’Acqua – Portalupi Ed. 2014

Istituto Europa Asia
Europe Asia Institute
Pres. Achille Colombo Clerici informa

   La Biblioteca Ambrosiana ha ricordato il suo storico Prefetto Mons. Enrico Rodolfo Galbiati con una pubblicazione offerta agli amici: “Un Maestro” di Marco Adinolfi e Anna Passoni dell’Acqua – Portalupi Ed. 2014.

Enrico Rodolfo Galbiati (Giussano, 4 febbraio 1914 – Verano Brianza, 4 marzo 2004) è stato un presbitero, teologo ed esegeta italiano.

Dopo gli studi di teologia nel Seminario Arcivescovile di Milano, venne ordinato sacerdote dal Card. Alfredo Ildefonso Schuster il 22 maggio del 1937.

Fin dai primi momenti del suo sacerdozio Enrico Galbiati chiese di far parte della Congregazione degli Oblati dei Santi Ambrogio e Carlo, rispettandone per tutta la vita sacerdotale regole e statuti che vennero modificandosi nel tempo, dopo i due tentativi di riforma ad opera dei cardinali Ferrari e Schuster, a seguito delle modificazioni introdotte dal cardinal Montini nel 1957 e dal cardinal Martini nel 1994, che sottolineavano l’ambrosianità della proposta spirituale degli Oblati.

Dopo la licenza al Seminario di Venegono, frequentò il Pontificio Istituto Biblico, ottenendo la Licenza nel 1940 e successivamente il Dottorato (1956) con una tesi sul tema “La struttura letteraria dell’Esodo”.

Dal 1941 fu insegnante di Greco biblico, Ebraico, Sacra Scrittura e Teologia orientale.

Nel 1947 fu tra i fondatori dell’Associazione Biblica Italiana.

Nel 1953 fu nominato dottore della Biblioteca Ambrosiana, dove cominciò a studiare prima i manoscritti etiopici, poi quelli siriaci ed armeni.

Studiò inoltre molti manoscritti ebraici, collaborando con l’Università di Gerusalemme alla loro microfilmatura (la loro catalogazione fu ultimata nel 1972).

Nel 1956 ottenne dal Card. Eugène Tisserant l’autorizzazione a celebrare in rito bizantino e nel 1963 ricevette l’indulto di biritualismo.

Nel 1957 il fu il principale e più qualificato animatore del gruppo fondatore del Centro Russia Cristiana, dal quale successivamente si allontanò, limitandosi a sporadiche collaborazioni.

Dal 1964, nelle due ultime sessioni, partecipò al Concilio Vaticano II come perito delle Chiese orientali e teologo personale del Card. Giovanni Colombo.

Nel 1967 ottenne la libera docenza in Filologia biblica, in forza del quale insegnò in Università cattolica del Sacro Cuore, invitato dal rettore Giuseppe Lazzati. Tenne i corsi di Ebraico, Lingue semitiche comparate e Filologia neotestamentaria.

Nel 1968 fu nominato archimandrita dell’eparchia di Piana degli Albanesi.

Molti furono gli incarichi in campo ecumenico, tra cui quello di membro della Commissione diocesana per l’ecumenismo.

Il Cardinale Carlo Maria Martini lo nominò nel 1984 Prefetto della Biblioteca Ambrosiana. Durante il suo mandato (1984-1989) furono iniziati ingenti lavori di restauro, durati molti anni.

Nel 1988 ricevette l’onorificenza dal comune di Milano, il cosiddetto Ambrogino d’oro; nel 1996 ricevette la Laurea honoris causa in lettere classiche dall’Università Cattolica; nel 2003 fu insignito dalla Provincia di Milano del Premio Isimbardi”.

   A pochi mesi dal Premio Isimbardi, Monsignor Galbiati moriva nella terra di Verano, e qui riposa per sempre.

Riportiamo un estratto della omelia tenuta per le sue esequie, dall’ Arcivescovo di Milano:

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Omelia per le esequie di mons. Enrico Galbiati

Verano Brianza, 6 marzo 2004                                                               + Dionigi card. Tettamanzi

                                                                                                                      Arcivescovo di Milano

 

Monsignor Enrico Galbiati

Il sorriso sul volto

Estratto:

 

1. Siamo qui ad adorare la volontà di Dio, che ha chiamato a sé il suo servo buono e fedele. La nostra adorazione vuole essere una partecipazione a quella adorazione della volontà del Signore Dio che per primo ha vissuto monsignor Galbiati: un’adorazione che egli ha testimoniato accogliendo la sofferenza e, soprattutto, morendo con il sorriso sul volto. Sì, col sorriso sul volto, espressione concreta della gioia del suo cuore per l’incontro con Dio. Così mi ha scritto il vostro parroco, don Peppino: «Questa mattina, 4 marzo, alle ore 7.30, Monsignore mi ha aspettato, ha ricevuto l’ultima benedizione papale, ultimo sguardo, ultimo sorriso e si è addormentato come un bambino. Ieri l’ultima Comunione con il solito sorriso e lo sguardo dolce e luminoso».

2. Siamo qui, carissimi, a ringraziare il Signore per il dono che Egli ha fatto alla nostra Chiesa Ambrosiana – e non solo – per il ministero sacerdotale, per l’opera, per la persona di monsignor Galbiati.

Neppure tre mesi fa, prima di Natale, a monsignor Galbiati è stato assegnato il Premio Isimbardi della Provincia di Milano. La consegna della medaglia d’oro veniva così motivata: «Poliglotta, profondo esperto di lingue antiche, si è sempre distinto per il metodo rigoroso e la particolare originalità utilizzata nelle sue ricerche. L’importanza dei suoi scritti è determinata anche dalle numerose traduzioni in lingue straniere di svariati suoi libri di carattere biblico. Persona di straordinaria cultura e raro talento, è apprezzato per le sue riconosciute doti di equilibrio e di saggezza».

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Ma già prima, nel 1996, Galbiati aveva ricevuto dall’Università Cattolica del Sacro Cuore la “Laurea honoris causa” per la sua grande conoscenza delle lingue antiche. Proprio in quella occasione l’indimenticato cardinale Carlo Maria Martini ebbe a dire davanti a quell’illustre assemblea: «Avete premiato il più competente e il più umile sacerdote della Chiesa Ambrosiana».

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   Vogliamo aggiungere solo poche altre frasi per ricordare la straordinaria figura di Mons. Galbiati. Gli ultimi anni della sua vita li trascorse nella sua amata Verano, dove si distinse per la profonda umanità del suo stile pastorale. Molti ricordano le sue affascinanti lezioni bibliche nel corso delle quali lasciava intuire, con straordinaria naturalezza, la sua vasta ed enciclopedica cultura che gli permetteva di raccontare il mondo antico come se l’avesse vissuto in prima persona. Altri ricordano i pellegrinaggi in terra santa, quando stupiva gli abitanti delle diverse città rivolgendosi loro nel gergo locale. Tutto ciò grazie alla sua straordinaria e approfondita conoscenza delle lingue antiche e moderne; alla domanda… ma quante lingue conosce?... spesso si scherniva, o rispondeva con naturalezza “forse 25-30, non ricordo”.

Mons. Galbiati è stato un Sapiente e un vero Maestro.

 

[1]https://instat.wordpress.com/2014/10/27/biblioteca-ambrosiana-enrico-rodolfo-galbiati-ricordato-dalla-biblioteca-il-suo-prefetto-un-maestro-di-marco-adinolfi-e-anna-passoni-dellacqua-portalupi-ed/

[2]http://www.chiesadimilano.it/cms/documenti-del-vescovo/tettamanzi/dt-omelie/monsignor-enrico-galbiati-il-sorriso-sul-volto-14560.html

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