top of page

Il Borgo di Porta Tosa, Milano

 

   Qualche anno prima del 1835 [1], tutta la famiglia di Angelo Pacciarini, la moglie Clara e i quattro figli tra cui Pietro, si trasferiscono da Monluè a Milano e vanno ad abitare nel piccolo borgo di porta Tosa. Il quartiere, quasi indipendente dal resto della città, era compreso tra le vecchie mura medioevali, circondate dal Naviglio, che racchiudevano l’antico centro cittadino e i possenti bastioni esterni eretti dagli spagnoli. Partendo dal centro della città, si entrava nell’abitato dopo aver superato la vecchia porta Tosa e il ponte che scavalcava il grande fossato del Naviglio. Il quartiere non era densamente popolato, anzi conservava, nella zona più periferica verso i bastioni, ampi terreni coltivati. Dal ponte sul Naviglio, partivano due strade a raggiera percorrendo le quali si raggiungevano i bastioni. La prima via, chiamata della Costa, piuttosto angusta, arrivava dritta, dritta alla strada che costeggiava le mura spagnole. La seconda via, molto più larga della prima, portava alla nuova Porta Tosa, aperta nei bastioni, dove vi era il casello del dazio, una pesa pubblica per il controllo delle merci in entrata e uscita e una stazione militare austriaca. Tutto il borgo, si era sviluppato intorno alla chiesa di sant’ Eustorgio e alla grande area conventuale di S. Pietro di Gessate. Le case, secondo l’antico costume medioevale, erano strette tra loro come i fili di un gomitolo. Come già detto, ampi spazi liberi, coltivati, separavano l’abitato dalla cinta muraria esterna.

   All’epoca del trasferimento in città, verso il 1835, Angelo Pacciarini era un uomo maturo di circa 37 anni, mentre il figlio Pietro doveva avere tra i 10 e i 13 anni (come sappiamo la data di nascita è incerta) e quindi non era più un ragazzino. Risulta dai documenti ufficiale (Ruoli generali della popolazione di Milano del 1835) che la famiglia possedeva, in loco, diverse proprietà: due in borgo di porta Tosa, rispettivamente al numero 154 e 82, ed una in piazza sant’Eustorgio, n° 3688. Angelo era uomo attivo ed industrioso, faceva l’oste e il falegname.

​

La battaglia di Porta Tosa.

 

[1] Vedi archivio storico al Castello, Milano, Ruoli Generali del 1835: Nel censimento dei residenti della città di Milano del 1811 (a cui è agganciato quello del 1835) non è registrato alcun cognome Pacciarini; mentre il cognome risulta in quello del 1835.

Porta Tosa, a suo tempo abbattuta, oggi porta Vittoria; Google, wikipedia .org​

particolare

bassorilievo su Porta Tosa:

http.//milanosegreta.weebly.com la-scandalosa-porta-tosa-.htlm                                                                                                                                                         

daily_download_20160204_128
00:00 / 04:01
bottom of page