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Don Tiberio consigliere comunale a Milano, filo austriaco?

 

   Don Tiberio fu consigliere comunale in Milano dal 1833 al 1835, anni del regno austriaco del Lombardo Veneto; non ci sono tracce significative della sua vita di consigliere. In quel periodo abitava a Milano in Contrada del Pontaccio, al n. 1996, allora zona quasi periferica della città.

A partire dal 1848, proprio quando inizia la turbolenta fase delle cinque giornate di Milano, il Marchese assume in città diverse cariche pubbliche; in particolare: nel 1848 diventa Presidente del “Naviglio morto di porta Comasina”, mentre nel 1850 assume la Presidenza del “Collegio delle Vedove” in Stradone S. Angelo n. 1341, l’attuale Porta Nuova.  Quattro anni più tardi, nel 1854, ricopre la carica di amministratore e direttore aggiunto presso il “Pio Istituto di Ricovero” detto della B.V. Addolorata (Borgo di Santa Croce 3697 Milano), istituzione che raccoglieva “fanciulle ravvedute derelitte”.

   Il Crivelli era, con buona probabilità, un conservatore filo austriaco, che aveva saputo destreggiarsi bene durante le cinque giornate milanesi e le prime guerre risorgimentali, senza perdere i suoi contatti con l’Austria. Passata la buriana, con la sconfitta italiana a Custoza nel luglio del 1848, il nuovo regno “Lombardo-Veneto”, ritorna sotto la diretta gestione del feldmaresciallo austriaco Josef Radetzky. Questi stabilisce che tutte le grandi famiglie compromesse con la rivoluzione avrebbero dovuto pagare un indennizzo di ben 20 milioni di lire austriache, come riparazione dei danni di guerra. Nella lista di chi deve pagare sono compresi illustri famiglie come: “i Borromeo, i Casati; Greppi, Litta e altri”, ma non Don Tiberio Crivelli.  È invece incluso il fratello di Tiberio, Don Vitaliano Crivelli, che nell’albero genealogico è descritto come Patrizio Milanese e Patriota, più volte consigliere del Comune di Milano, 1836-38 e poi dal 1860 al 1873.

   A conferma dell’affinità di don Tiberio con la corona d’Austria è significativo questo ricordare il seguente episodio. Il 18 febbraio dell’anno 1853, il giovanissimo Imperatore Francesco Giuseppe subisce un attentato in Vienna, dal quale si salva miracolosamente per la prontezza di un suo ufficiale di guardia. Tutti gli stati e le città dell’impero, gli mandano lettere di congratulazione per lo scampato pericolo e per ringraziare Dio che lo ha salvato. Naturalmente anche le diverse deputazioni cittadine e il clero di Milano inviano un lungo scritto, firmato da centinaia di importanti cittadini e autorevoli personalità del tempo[1]. Tra loro compaiono le famiglie: Taverna, D’Adda, Belgioioso, Borromeo e Crivelli Tiberio; quest’ultimo si qualifica come Commendatore dell'Ordine di S. M. I. R. A., Francesco Giuseppe. Quest’Ordine era stato fondato dall’imperatore austriaco nel 1849, subito dopo la tragica conclusione della prima guerra d’indipendenza italiana, che aveva visto la sconfitta del Piemonte e il ritorno degli austriaci a Milano. Proprio il conferimento a Don Tiberio di questa prestigiosa decorazione austriaca, avvenuto intorno al 1850, ci fa pensare che fu un “leale” suddito austriaco e che di conseguenza non partecipò, come invece fece suo fratello Don Vitaliano, ai moti rivoluzionari del 1848.

   La “commenda” era una delle più alte onorificenze dell’impero austriaco che Francesco Giuseppe concedeva a pochi sudditi, per speciali meriti. Segnaliamo che ricevette questa l’onorificenza, tra gli altri, anche Giuseppe Verdi, per la splendida esecuzione della Messa di Requiem e dell’Aida, da lui dirette a Vienna nel 1875. Evidentemente, nonostante le guerre tra i due paesi, Italia e Austria, l’Imperatore non aveva serbato rancore agli italiani. Proprio come, i milanesi non avevano serbato rancore al maresciallo Josef Radetzky, il quale trascorse tranquillamente in città gli ultimi anni della sua vita, fino alla morte, avvenuta nella villa reale di Milano.

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Don Tiberio proprietario terriero a Verano Brianza.

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[1] Alessandro dott. Volpi, ricordo storico; L’attentato del diciotto febbraio 1853, con la preziosa dita di S.M.I.R.A: Francesco Giuseppe I; Padova 1853, coi tipi del seminario.

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