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Tiberio Crivelli, VII Marchese di Agliate 

 

La tomba svanita.

 

   Don Tiberio Crivelli nasce a Milano nel 1801, muore nella stessa città l’anno 1882 e viene tumulato nel cimitero di Verano. Per raggiungere la sua tomba si doveva lasciare alle spalle la grande croce posta all’entrata del camposanto veranese e proseguire lungo il viale principale del cimitero fino a raggiungere le quattro grandi cappelle in stile neogotico. Li giunti, alla destra della cappella più grande, vi era il monumento del marchese. Nell’estate del 2016 tutto è stato interamente demolito e distrutto. Le spoglie del nobile uomo, che erano state tumulate all’interno di una struttura a volta, fatta in mattoni rossi, sono ora nell’ossario comunale. Nulla è stato conservato. Solo per caso una fotografia scattata nel cimitero mostra, parzialmente, la grande lastra funebre che caratterizzava la tomba Crivelli (foto 1 tomba Tiberio Crivelli).

            La lastra, alta circa due metri, era posata verticalmente sopra la tomba e sorretta nella parte posteriore da un grosso sostegno in ferro. Sulla parte anteriore vi era un modesto bassorilievo raffigurante il viso del marchese, al di sotto del quale vi erano riportate le date di nascita 7/10/1801 e di morte 11/2/1882 e alcune interessanti notizie sulla sua vita. Tutte queste informazioni sono andate perse nel corso della demolizione della tomba.

            Diversamente da quanto scritto sulla lastra tombale, nei registri ufficiali è riportato che Don Tiberio nacque a Milano il 2/10/1804, (non nel 1801) e vi morì il giorno 8/2/1882, (non il 11/2/1882); quindi doveva avere 74 anni, (ovvero 77 anni). Non siamo riusciti a ricostruire la data effettiva di nascita, quindi non sappiamo spiegare il perché dell’incongruenza riscontrata. Viceversa, la diversa trascrizione della data di morte tra il registro di Verano e quello di Milano è facilmente spiegabile, in quanto il comune di Verano registra la data di entrata della salma al cimitero e non quella della morte in Milano. In ogni caso non dobbiamo meravigliarci per le incongruenze tra le date di nascita e di morte; la nostra esperienza in materia ci dice che nulla è più incerto dei dati riportati sui registri ufficiali, ma di fronte… all’eternità… questi sono dettagli insignificanti.

 

Don Tiberio dell’illustre casato dei Crivelli.

 

   Don Tiberio Crivelli, discende dall’illustre famiglia di feudatari che hanno dominato sulle terre di Brianza per più di 800 anni. Nell’albero genealogico della famiglia, Don Tiberio Crivelli, sepolto in Verano, risulta essere il VII Marchese di Agliate, signore di Rancate, Verano, Robbiate, Dorno, Lomello, Lambrugo, Busana inferiore e Patrizio Milanese. Per alcuni anni, dal 1833 al 1835 fu consigliere del Comune di Milano e successivamente ricopri tale carica anche nel comune di Verano Brianza, fino alla morte. La sua tomba è rimasta intatta e non abbandonata, nel cimitero di Verano fine all’estate del 2016 quando, come riferito, è stata abbattuta senza aver cura di preservare almeno qualche brandello di memoria.

   La famiglia Crivelli è stata una delle più potenti casate milanesi professante la legge salica[1], come riportato in un atto del 1130. Il capostipite, risale al 1037 e risulta essere Uberto Crivelli. Da lui, discese un altro Uberto elevato al pontificato nel 1185, con il nome di Urbano III (foto 2 immagine di Urbano III). Da questa linea discendono numerose importanti rami della famiglia Crivelli tra i quali quella del nostro Tiberio, come risulta dal “libro d’oro della nobiltà mediterranea”.

   Nel 1592 nasce a Milano, il suo antenato omonimo: Tiberio Crivelli, patrizio milanese, capitano della milizia urbana di Milano, Signore (non ancora marchese) di Agliate con Rancate, Verano e Robbiate. Da quest’ultimo discende, tra altri, nel 1632 Don Carlo Flaminio, al quale venne assegnato nel 1651, con diploma di re Filippo IV il titolo di 1° Marchese appoggiato, con trasmissione primogenitale maschile, il feudo di Agliate, allora capo di una importante pieve ecclesiastica. Alcuni anni dopo, Flaminio Crivelli che aveva fatto voto di celibato, lascia tutte le sue proprietà al fratello Don Enea Crivelli che così diventa il 2° marchese di Agliate; questi estende ulteriormente il feudo che giungerà, al suo apogeo, ad avere una dimensione di ben 100 chilometri quadrati.

   Come già riferito, nell’albero genealogico (http://www.genmarenostrum.com/pagine-lettere/letterac/crivelli1.htm) il nostro Don Tiberio Crivelli, risulta essere il VII Marchese di Agliate, Signore di Rancate, Verano, Robbiate, Dorno, Lomello, Lambrugo, Busana inferiore e Patrizio Milanese; consigliere del comune di Milano dal 1833 al 1835 e Commendatore dell’Ordine di Francesco Giuseppe.

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Don Tiberio consigliere comunale a Milano, filo austriaco?

 

[1] È un complesso di leggi che risale ai Franchi Sali e che, nel caso specifico, prevede che il Marchesato passi solo agli eredi maschi.

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Urbano
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