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Nerina Gigliucci.
Nerina Gigliucci nel 1950.

   Nerina Gigliucci, moglie del generale Gian Angelo Medici di Marignano, è una delle figure femminili tra le più interessanti del suo tempo; la sua multiforme attività la rende degna di essere inserita nel pantheon delle donne più significative della nobiltà italiana di fine Ottocento.

   Cosmopolita, nacque a Londra nel 1878, dal conte di Fermo (Marche) Mario Gigliucci e dall’inglese Edith Mozley, ebrea. Nerina, detta “Nina”, si autodefinisce marchigiana di sangue, per via paterna, quasi nata sulle rive del lago Maggiore, dove la famiglia si era trasferita dopo aver vissuto a Nizza per alcuni anni, ma cresciuta a Firenze.

   È in questa straordinaria città italiana, colta, liberale, cosmopolita, densa di influenze inglesi, che la famiglia Gigliucci trascorrerà gran parte della sua esistenza; Nina assorbirà pienamente quello spirito moderno ed internazionale di cui la comunità inglese del tempo era portatrice. Non è un caso che aderì al prestigioso Lyceum club di Firenze fondato nel 1908 da esponenti della borghesia e dell’aristocrazia cittadina dell’epoca, sul modello dello stesso club nato a Londra solo pochi anni prima, 1903, per volontà di Costance Smedly. Questo primo club femminile fiorentino aveva l’intento, come è scritto nel primo articolo dello Statuto (riformato solo negli anni ’80), di “incoraggiare la Donna agli studi o alle opere letterarie, artistiche, scientifiche e umanitarie, coltivando e favorendo l’attività femminile in ciascuno di questi campi intellettuali”[1].

   Nerina, nutrita di questi ideali, coltivò numerosi contatti con signore americane, scozzesi e inglesi tra le quali Emily Sears, pioniera dell’educazione superiore femminile. Scrisse poesie e commedie che spesso recitò, con le amiche, anche nel salotto di casa di Firenze.

 

  Donna pienamente emancipata si dedicò con passione civile e sociale alla professione infermieristica, scrivendo diverse commemorazioni e biografie di illustre infermiere volontarie.  Nel 1911, dopo aver frequentato un corso della Croce Rossa italiana, s’imbarcò sulla nave ospedale Melfi diretta in Libia, dove l’Italia aveva iniziato una guerra contro l’Impero Turco. Proseguì il suo impegno nel volontariato in occasione del terremoto in provincia dell’Aquila del 1915 e, senza soluzione di continuità nelle Grande Guerra ’15-’18, poi nell’epidemia detta “spagnola”.

   La svolta della sua vita avverrà nel 1919 quando, come ispettrice dell’Opera Assistenza all’Italia Redenta, fondata dall’altezza reale Elena d’Aosta, ebbe l’opportunità di conoscere il conte Gian Angelo Medici di Marignano, già incontrato fugacemente sulla nave ospedaliera Melfi. I due nobili si sposarono il 26 aprile del 1920 a Firenze; lei aveva 42 anni, lui 52; i due sposi, dopo il viaggio di nozze, si trasferirono nella villa dei Medici di Briosco. Poco dopo nel 1921, lui, che aveva trascorso tutta la vita in qualità di “ufficiale addetto” alla persona del Duca Amedeo d’Aosta, Duca delle Puglie, lasciò ufficialmente la carica congedandosi dall’esercito con il grado di generale.

   Da quel momento, gli sposi si trasferirono definitivamente a Briosco dove Nerina, fino alla sua morte, continuò ad occuparsi sia di opere sociali (O.N.M.I e Massaie rurali), che di attività culturali (recite, concerti, gite per operaie, ecc.).

   Gian Angelo Medici di Marignano fu Podestà di Briosco, per un breve periodo prima della sua morte; Nerina fu Fiduciaria del Fascio Femminile di Briosco negli anni precedenti la II guerra mondiale. Dette le dimissioni dal Fascio quando divenne obbligatorio il giuramento alla Repubblica di Salò.

   La famiglia Medici e in particolare, Nerina hanno lasciato numerose opere utili al paese di Briosco: i locali per l’asilo infantile (1934) e le scuole elementari (1939), e l’organo della chiesa parrocchiale di Briosco, in ricordo di suo nonno paterno, organista e compositore: Vincent Novello.

   Nerina si spense improvvisamente, nel 1963, nella sua “Casa Rossa” di Firenze; la sua salma, trasferita a Briosco, riposa per sempre accanto al marito.

   Una sua amica d’infanzia scrisse di lei: “partecipò alla vita con fervore, gaudio o tristezza secondo le alterne vicende, ma sempre generosamente e nobilmente. Levò alta la fiaccola della carità di patria, dell’amore familiare e dell’amicizia. Artista, vibrò rispondendo a ogni forma di bellezza. Figlia di Dio, attraverso l’umano ascese al Divino”

   Nel corso della sua intensa vita ebbe modo di visitare tutta l’Italia e di conoscere molti paesi stranieri: Inghilterra, Germania, Francia, Africa… aveva anche progettato di visitare gli Stati Uniti.

   Grazie ai suoi impegni sociali nazionali e internazionali (esempio il servizio al Mariolon Didascalion di Atene) fu insignita di importanti decorazioni, quali: Medaglia d’argento al valor militare; Croce al merito di guerra; Médaille d’honneur del ministero della Guerra della Repubblica francese; Royal Red Cross di 2° e altre.

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   Per approfondimenti:

"Nerina un'antologia" a cura di Donatello e Bona Medici di Marignano, Tipocolor, Firenze, luglio 1965.

 

[1] Archivio Storico del Lyceum, Serie 1/1.1, f. 2, Lyceum. Circolo femminile italiano, Statuto, 1908, Tip. Enrico Ariani, Firenze, art. 1.

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