Famiglia Gropallo.
Ernesto Teodoro Moneta, giornalista e pacifista.
Nel 1867 entrò nella direzione del più importante giornale milanese, "Il Secolo", edito da Edoardo Sonzogno, dirigendolo con successo per trent'anni, fino al 1896. Il quotidiano sotto la guida di Moneta aumentò il numero dei propri lettori da 30 a oltre 100 mila, proponendo argomenti e punti di vista innovativi e a volte polemici. Moneta vi sostenne, ad esempio, l’idea di abolire la leva obbligatoria per sostituirla con periodiche esercitazioni militari da tenersi nei comuni di residenza sotto la guida di esperti istruttori. Talvolta non mancò di osservare che alcuni abusi del clero rappresentavano un impedimento all’unificazione italiana e al progresso sociale.
In quegli anni nascono in Europa diverse associazioni di natura pacifista. Protagonisti sono Federico Pussy e Hodgson Pratt; lo scopo è l'istituzione di una corte d'arbitrato che risolva i conflitti internazionali facendo ricorso al diritto e non alla violenza.
Dopo il 1870 Moneta aderì al movimento internazionale della pace.
Nel 1887 costituì la Società internazionale per la pace: Unione Lombarda, la più attiva e la più importante società per la pace in Italia di cui divenne presidente. Fin dal 1895 Moneta rappresentò il suo Paese nella Commissione dell'ufficio internazionale per la pace e prese parte attiva ai congressi internazionali per la pace.
Nel 1889 si svolse a Roma il primo Congresso Internazionale della pace al quale partecipano 37 istituzioni e 90 congressisti oltre ad una buona rappresentanza del governo; Moneta ebbe l'onore di essere il primo relatore. Il punto nodale del il suo discorso fu il disarmo e i modi pratici per conseguirlo per opera dei governi e dei parlamenti.
Nel 1890 fondò l'"Almanacco della Pace", un giornale che, arricchito da vignette umoristiche ispirate agli orrori della guerra, riportava notizie sui frequenti congressi sulla pace nazionali e internazionali. Con la collaborazione di numerosi artisti e letterati, il giornale raggiunge in pochi anni la tiratura di 40.000 copie.
Nel 1898 fondò la rivista «La Vita Internazionale», organo della ‘Società Internazionale per la Pace’, cui collaborarono con i propri scritti originali, tra gli altri, Leone Tolstoj ed Edmondo De Amicis, Vilfredo Pareto e Leonida Bissolati, Giulio Cesare Abba e Antonio Fogazzaro, Mario Rapisardi, Alfredo Panzini.
Nel 1894, al congresso per la pace di Anversa, egli propose - e la sua proposta fu accettata - di fare un "Appel aux Nations" (Appello alle Nazioni), e fu questo un esempio seguito da tutti i congressi per la pace.
Nel 1904 è presidente del Primo Congresso Nazionale della Pace a Torino e, nello stesso anno, è vice-presidente al XIII Congresso Universale della Pace di Boston.
Nel 1906 organizza un "padiglione per la pace" all'Esposizione Internazionale di Milano, in occasione dell'inaugurazione del traforo del Sempione.
Nel 1907 Moneta partecipa al XVI Congresso Universale a Monaco di Baviera; nello stesso anno è nominato presidente del Consiglio Direttivo della Federazione delle Società Italiane della Pace, costituitasi durante il III Congresso Nazionale a Perugia.
Moneta era convinto di riuscire a diffondere e a far trionfare fra le masse i principi del suo pacifismo democratico i cui punti qualificanti erano la politica del disarmo, l’arbitrato internazionale e la federazione europea, in vista di un futuro ordine mondiale.
Egli sperava di vivere in una stagione migliore rispetto all’esperienza che aveva vissuto di stati europei in continuo conflitto tra loro.
Moneta condivideva l’affermazione di Aurelio Saffi, uno dei triumviri della Repubblica Romana del 1849, che “si vis pacem para libertatem et justitiam” (se vuoi la pace prepara la libertà e la giustizia) con la quale formula ribaltava l’antica “si vis pacem para bellum” (se vuoi la pace preparala guerra).
L’idea di Moneta era che in tutte le crisi internazionali si debba ricorrere all’arbitrato e, prendendo ad esempio la costituzione degli Stati Uniti d’America, proponeva una Federazione Europea con sede a Berna in Svizzera.
Moneta individuò, nell’eccezionale successo dell’Esposizione Universale di Milano del 1906, il simbolo della pace ritrovata.
Nonostante il suo colossale desiderio di pace, i segni di guerra si manifestavano inesorabilmente: il movimento anarchico nichilista che si stava rafforzando sempre più, con caratteri di terrorismo, nella Russia degli Zar; nel 1904 scoppiava la guerra russo-giapponese; nel 1908 l’Austria si annetteva la Bosnia e l’Erzegovina che le erano state affidate: inizialmente appartenevano all’Impero Turco cui, nel 1878, erano state sottratte dalla Russia.