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Ernesto Teodoro Moneta, il pacifista "armato".

   Nel 1911 scoppiò la guerra italo-turca iniziata con la dichiarazione di guerra dell'Italia alla Turchia (29 settembre 1911) e conclusa con la pace di Losanna sottoscritta il 18 ottobre 1912.

    In occasione di questo conflitto si manifestò quella che gli storici hanno definito la prima contraddizione di Moneta, rispetto al suo conclamato pacifismo. Egli sostenne la necessità di garantire gli equilibri politici nel Mediterraneo dove la presenza francese si era rafforzata a tal punto che l’occupazione della Tunisia del 1882 aveva portato le relazioni tra Roma e Parigi sull’orlo della guerra. Inoltre la Germania sarebbe voluta intervenire in Marocco. Moneta, pur ribadendo le proprie convinzioni di pacifista, ritenne che la scelta del Governo italiano di entrare in guerra doveva essere accettata come un fatto che impegnava tutto il paese: il rispristino dell’equilibrio precario del Mediterraneo e la pressione sull’Impero Turco, ormai in lenta agonia, avrebbero ripristinato la pace.

   La seconda contraddizione di Moneta, rilevata dagli storici, riguarda il suo essersi dichiarato favorevole all’ingresso in guerra dell’Italia in occasione della Prima Guerra Mondiale. La guerra, esplose in Europa nel 1914; l’Italia in prima battuta si dichiarò neutrale ed entrò in guerra l’anno successivo. Moneta considerò la guerra come una “aggressione” che dipendeva dall’imperialismo della Germania. L’invasione del Belgio, neutrale come l’Italia, costituiva – agli occhi di Moneta - un atto di gravissima violazione del diritto internazionale e poneva la Germania, e l’Austria sua alleata, in una posizione inaccettabile dal punto di vista morale. Moneta si schierò decisamente a sostegno del Belgio e dei paesi della Triplice Intesa, alleanza che comprendeva Gran Bretagna, Francia e Russia; l’Italia invece faceva parte, fino al 1915, della Triplice Alleanza (Germania, Austria-Ungheria, Italia).

   Moneta non era una pacifista “disarmato”. Spiega egli stesso il suo atteggiamento in uno scritto del 1909: “noi siamo pacifisti perché crediamo dovere dei popoli liberi e di tutti i governi civili di lavorare alla soppressione della guerra che è metodo barbaro e inumano per risolvere i conflitti internazionali. Ma se per fatalità di circostanze ed ambizione di principi o per un momento di follia di qualche popolo, la guerra divenisse unico modo per difendere l’integrità della patria o altro supremo interesse di civiltà, i pacifisti non saranno gli ultimi a rispondere alla chiamata del dovere”.

   Ernesto Teodoro Moneta morì il 10 febbraio 1918. 

La sua salma è sepolta nel cimitero di Missaglia

dove la famiglia aveva una grande villa.

La famiglia Moneta possedeva anche una bella

villa di campagna ad Annone Brianza, composta

da una fabbricato settecentesco la cui facciata

è arricchita da elementi in stile barocchetto.

La villa, immersa  in un grande prato, percorso

da un lungo viale che conduce a un belvedere alto

sulla campagna circostante. Da lì si gode una

splendida vista del lago di Annone e delle

montagne lecchesi:  Grigne e Resegone.   

Un anno prima di morire scriveva: “che il tempo possa cancellare un giorno i ricordi della guerra e della malvagità del militarismo tedesco. Verrà il giorno che il popolo di Germania, dopo le dolorose vicende della guerra, dopo le umiliazioni morali e i danni economici che dovrà sopportare, rinsavirà e comprenderà come lo spirito di libertà e di lavoro pacifico, di giustizia e d’amor fra i popoli sia molto più fruttuoso di una barbara guerra, lungamente preparata e premeditata.

                                                             

  • Per chi volesse approfondire il clima storico e culturale che produsse il concetto di arbitrato internazionale e pose le premesse per la creazione dell’attuale Tribunale Internazionale dell’Aja, consigliamo la lettura della tesi di laurea:

      Matilde Carta – Ernesto Teodoro Moneta, patriota e unico premio Nobel per la pace italiano.                                                                          https://core.ac.uk/download/pdf/14698650.pdf

  • Per chi volesse approfondire l’attività giornalistica di Edoardo Teodoro Moneta, consigliamo la tesi di laurea:

      Andrea Novelli - Ernesto Teodoro Moneta, giornalista, patriota risorgimentale, dalla direzione de “Il Secolo di Milano” al Premio Nobel per        la pace (1867-1907).

      https://www.francoabruzzo.it/document.asp?DID=1332

Titolo 6
  • Per chi volesse leggere il discorso di Ernesto Teodoro Moneta, tenuto il 25 agosto 1909 due anni dopo (per ragioni di salute) il ricevimento del premio Nobel del 1907:

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      (Il discorso è stato copiato con modifiche da xoomer.virgilio.it/sito_della_pace/moneta_disorso.htm)

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