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I Ripamonti in Argentina.

   In questo grande flusso migratorio si colloca anche quello di alcuni figli della famiglia Ripamonti (vedi albero genealogico). Nell’archivio comunale di Inverigo abbiamo rintracciato alcuni interessanti documenti che chiariscono sufficientemente chi fosse Aquilino Ripamonti, il pater familias. Ne riportiamo alcuni:

-In un documento del 1861, dopo l'unità d'Italia, il signor Villa, esattore comunale del comune di Villa Romanò, paga al signor Aquilino Ripamonti capitano della guardia, lire italiane 24,90 per rimborso beveraggio alle guardie, in occasione della cerimonia (illeggibile …) per il signor Colonello Cavaliere Pidroli (o Gidroli).

-In altri documenti del 1859, prima dell'unità d'Italia, sempre il signor Villa riporta alcuni mandati di pagamento, in lire austriache, a diverse persone tra cui Aquilino Ripamonti, denominato appaltatore.

   È quindi evidente che la famiglia di Aquilino non era affatto indigente e che il desiderio di emigrare fosse motivato dalle grandi aspettative suscitate dall’eldorado argentino. Infatti dai documenti risulta che i primi due figli Ripamonti che emigrarono in Argentina furono “emigranti paganti”, cioè emigrarono non per necessità ma per desiderio di migliorare la loro condizione esistenziale.

   Nel 1860, data dell’emigrazione, l’Italia stava subendo una grande mutazione socio-economica, in particolare la Lombardia entrava a far parte del regno di Piemonte… e le grandi variazioni politiche portano sempre a squilibri socio-economici.

   Aquilino Ripamonti non emigra personalmente, ma manda in avanscoperta due suoi figli: Antonio (nato nel 1839), e Gaetano (nato nel 1843). Non conosciamo la data esatta della loro emigrazione, ma esistono tre lettere da loro inviate in Italia, dalla località Paranà (Argentina) datate tra il 1850 e il 1861. La data 1850 è palesemente sbagliata dato che Antonio nel 1850 avrebbe avuto solo 11 anni e Gaetano addirittura solo sette. Riteniamo molto più veritiero pensare che le tre lettere siano state scritte tra il 1860 e il 1861, quando i due fratelli avevano da poco raggiunta l’Argentina.

   I due Ripamonti si stabilirono inizialmente a Paranà, meta allora privilegiata dagli italiani, sull’omonimo grande fiume. La loro prima ubicazione fu nella località conosciuta come “de la otra Banda del Paraná (vedi nota [1] a piè pagina), ovvero, Guado del Paranà” (rispetto al lato brasiliano) al confine tra la provincia di Santa Fe e Entres Rìos, a circa 500 km  a nord ovest di Buenos Aires (1-2). Questo insediamento, nel tempo, crebbe notevolmente diventando la città satellite di Santa Fe.

   Nella mappa riportata abbiamo segnato con i numeri da 1 a 5 le diverse località dove i fratelli Ripamonti si stabilirono prima di trasferirsi definitivamente, dopo svariate vicissitudini, nell’allora piccolissimo insediamento di Rafaela (5), sito a circa 90 km all’interno (nord-ovest) di Santa Fe. Successivamente i due fratelli, Antonio e Gaetano, si spostarono dal Guado del Paranà (1-2) all’interno del territorio argentino in località Esperanza (3), a circa 30 km ad ovest di Santa Fe, sempre sul fiume Paranà. Malauguratamente nella cittadina di Esperanza, Antonio muore nel 1861, all’età di 22 anni, quindi laggiù restò  il solo Gaetano che, qualche anno dopo, chiama il fratellino Faustino Ripamonti, dodicenne, Questi lascia l’Italia e raggiunge Esperanza nel 1867. È importante sottolineare che il dodicenne Faustino (un bambino alla luce dell’attuale nostra cultura) lascia l’Italia, da solo, per raggiungere una mèta lontanissima, assolutamente sconosciuta e per giunta doveva incontrarsi con un fratello che aveva  conosciuto in Italia solo per pochi anni… Ricordiamo che i due fratelli emigrarono in Argentina probabilmente nel 1858/59, quando Faustino aveva solo 4/5 anni.

   Dal 1858 a Esperanza si era insediata una colonia di emigranti soprattutto piemontesi, accanto a gruppi tedeschi di religione protestante e francesi di religione cattolica.

   I primi anni della colonia furono faticosissimi perché il territorio fu devastato da nubifragi, epidemie e invasioni di cavallette che resero la vita dell’insediamento molto difficile e la povertà generalizzata,  tanto che ancora nel 1869 la cittadina di Esperanza contava solo 344 abitanti. Probabilmente queste avverse condizioni ambientali furono una delle cause della morte di Antonio Ripamonti (1861), e influirono certamente sulle risorse e sulla qualità della vita dei due Ripamonti e ancor più del solo Gaetano. Infatti esiste un documento scritto dal vice-commissario della colonia di Esperanza che asserisce che nel 1863 Gaetano Ripamonti non aveva le risorse per recarsi al Consolato d’Italia di Buenos Aires.

   In ogni caso i due fratelli Ripamonti (Gaetano e il giovanissimo Faustino) nel 1867 si incontrano probabilmente a Buenos Aires, dove approdavano tutte le navi provenienti dall’Europa, e da lì si spostano nella vicina Pilar (n°4 sulla mappa),  cittadina che oggi fa parte dell’ampia conurbazione urbana della capitale Buenos Aires. Successivamente si trasferiscono a Esperanza, (n°3 sulla mappa) in provincia di Santa Fe, dove Gaetano aveva trascorso i primi anni della sua vita da emigrante. Vi trascorrono alcuni anni, poi Gaetano e Faustino decidono un ulteriore e ultimo trasferimento. Da Esperanza si spostano a circa 90 km a nord ovest di Santa Fe, nella nascente cittadina di Rafaela (n°5 sulla mappa), il cui atto di nascita è datato 1881. Da questo momento inizia la loro nuova vita, ricca di successi dovuti in particolare a Faustino Ripamonti. In sintesi i trasferimenti dei Ripamonti sono stati: Paranà,  Esperanza,  Buenos, Aires Pilar, di nuovo a Esperanza, e infine a Rafaela.

 

[1] “Otra banda…  questo termine potrebbe essere spagnolo, ma se così fosse si dovrebbe dire “otro lado”. Invece “otra banda” coincide con il termine che utilizza la lingua bergamasca per dire “altro lato”. Segnaliamo inoltre che nei pressi di Santa Fe esiste una chiesa dedicata a San Tomè, santo poco noto anche in Italia. Ma nella bassa bergamasca, nei pressi di Almenno (Bergamo), esiste una splendida chiesa monastero dedicato a San Tomè che fa parte del “Centro studi Romanico Lombardo, antenna Europea del romanico”, … e la zona del Parana fu sede anche di una vasta immigrazione bergamasca.

Santa Fè - Palazzo del Governatore. Foto SiViaggi.
Esperanza - Plaza San Martin 1904. Foto Wiki

Foto Wiki

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