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Prima emigrazione di italiani in Argentina.

   Intorno al 1860 iniziò una prima grande emigrazione di italiani verso l’Argentina; gli emigranti, in primis genovesi, furono poi seguiti in massima parte da agricoltori piemontesi e commercianti lombardi.  Tutti erano spinti non dall’estrema povertà, ma dalla prospettiva di incontrare un “eldorado”, come appariva allora quel nascente paese.     Il miraggio argentino, opportunamente propagandato anche dalle compagnie di navigazione, fu così attrattivo che entro la fine del secolo più di 800 mila persone avevano lasciato l’Italia (che allora contava meno di 20 milioni di abitanti).

   Gli emigranti partivano verso un paese immenso, sconosciuto, e lo raggiungevano dopo una difficile traversata lunga alcuni mesi; erano imbarcati su navi stracolme di persone e senza un minimo di assistenza per cui spesso morivano e venivano seppelliti in mare… eppure partivano.

   Raggiunta la meta, riuscirono a dare un grande ed incisivo contributo allo sviluppo di quel paese; la presenza italiana fu massiccia  soprattutto nelle località lungo l’immenso fiume Paranà a qualche centinaio di chilometri a nord di Buenos Aires, allora porto di approdo di tutte le navi europee. Da qui, gli emigranti risalivano il fiume fino alla zona di Santa Fe a bordo di piccoli navigli condotti da marinai genovesi. Non a caso nella zona di Santa Fe molti paesi furono fondati da italiani: agricoltori, vignaioli, commercianti, artigiani ecc.

   È in questo quadro che i Ripamonti decisero, per tentare la fortuna, di lasciare l’Italia… e fecero partire, almeno inizialmente i loro due figli maggiori.

Foto da Istituto Euroarabo di Mazara del Vallo.
Pampas (Foto da Travel Accademy).
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