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Insieme Zari
Luigi Zari
Genealogia
Monumumento
Gori
Baumann

Famiglia Zari: il sito sepolcrale 

 

   Per raggiungere il sito Zari occorre svoltare a sinistra non appena superato il cancello d’ingresso del cimitero. Dopo pochi passi, addossato al muro di cinta, si vede il sito sepolcrale degli Zari, racchiuso e ben delimitato da una bassa cancellata in ferro battuto. Al centro dell’area vi è un importante monumento funebre con ai lati, simmetricamente disposte, due cuspidi a forma piramidale, alte circa due metri, con facce triangolari su base quadrata. (foto 1 vista d’insieme sito Zari). Diverse lapidi ricordano le 14 salme qui sepolte, appartenenti a famiglie imparentate a vario titolo con gli Zari, in particolare: Ongaro, Bordignon, Della Peccia-Bordignon, Posio, Baumann, Lizieri, Citterio (foto 2 albero genealogico). Tutte le iscrizioni di queste lapidi sono state trascritte integralmente 

   Il grande e bel monumento funebre al centro, realizzato nel 1892, è una pregevole opera dello scultore italo-svizzero Enrico Braga (1841-1919), molto apprezzato nella società del tempo, proprio per l’alta qualità delle sue opere, anche funebri. Tra le sue attività più significative segnaliamo la partecipazione all’esposizione nazionale d’arte tenutasi a Torino nel 1880 e a quella internazionale di Filadelfia, del 1876, che fu la prima esposizione universale tenutasi negli Stati Uniti (International Exhibition of Arts, Manufactures and Products of the Soil and Mine) celebrata per ricordare la Dichiarazione d’Indipendenza. Il suggestivo monumento è composto da un grande sarcofago in pietra, chiuso da un coperchio in bronzo che raffigura una giovane donna, serenamente composta su un letto di morte, le mani morbidamente intrecciate sul seno stringono un piccolo crocefisso (foto 3). Completa il monumento un'alzata che suggerisce l’idea di un tempietto neoclassico a quattro colonne. Queste  delimitano tre spazi, ognuno dei quali dedicato ad un defunto. Al centro è stato scolpito un pregevole bassorilievo, dove un angelo sembra porgere al visitatore una dolce e soave figura di bimbo, quasi un piccolo Gesù offerto alle preghiere di chi guarda. Inciso nella pietra c’è una scritta “in memoria del diletto nipotino Oscar Gori” (foto 4 particolare del nipotino Oscar Gori). Negli spazi laterali, sono state incise nella pietra alcune frasi commemorative dei defunti, in particolare: su quella di sinistra, è ricordata Gina Zari Baumann (foto 5 trascrizione lapide Gina Zari Baumann), mentre sull’altra rimangono tracce illeggibili di ciò che era stato scritto. Sappiamo dai registri ufficiali della parrocchia veranese che Gina Baumann è stata la prima moglie del Cav. Luigi Zari, quindi risulta del tutto incomprensibile e irragionevole che di questo importante fatto non ci sia alcun cenno. Tanto più in quanto, accanto alla lapide che ricorda il Cav. Luigi Zari vi è quella di Gilda Ongaro Zari, moglie del cavaliere di cui sono elencate e magnificate le doti di sposa e madre.

    L’austera bellezza di questo tempietto, la statua in bronzo e le inspiegabili scritte votive di Gina Baumann e Oscar Gori, suggeriscono scenari intriganti e aprono uno squarcio interessante sulla vita dell’alta borghesia milanese di fine 800, coinvolgendo a pieno titolo Tullo Massarani, illustre personaggio politico del tempo, di poliedrici interessi.

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Si rimanda al capitolo "Tullo Massarani: un'intrigante storia": l'amore tormentato per Virginia Baumann.

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    Murate all'esterno del tempietto, vi sono due piccole insignificanti lapidi: su quella di sinistra è inciso, ancora una volta, il nome del piccolo “Oscar Gori”, evidentemente il piccolo doveva essere molto caro a chi lo ha tumulato; mentre sulla lapide di destra, quasi illeggibile, c’è inciso il nome di Angiola Citterio Zari. 

   Alla destra del tempietto, sulle mura del cimitero è appesa una grande lapide che ricorda il personaggio più rappresentativo della famiglia: CAV. Uff. RAG. LUIGI ZARI, per 45 anni amministratore dei principi Borromeo, nato a Verano nel 1853 e morto a Milano nel 1927. Una fotografia mostra l’effigie del cavaliere; un grande cappello di taglio ottocentesco e la fluente barba bianca suggeriscono l’autorevolezza dell’uomo (foto 6 lapide di Luigi Zari).

   Accanto a quella del Cavaliere Zari, vi è la lapide che ricorda la sua seconda moglie (foto 7 lapide di Gilda Ongaro Zari): GILDA ONGARO ved. ZARI, nata a Treviso nel 1868 e morta a Milano nel 1947. Una lunga e appassionata scritta ricorda le doti, cristiane e amorevoli, della signora. Ampie fronde di quercia, a corona delle fotografie dei coniugi Zari, impreziosiscono entrambe le lapidi.

Tutto ciò accentua il contrasto tra l’importanza data alla seconda moglie Gilda Ongaro, rispetto alla prima Gina Baumann.

    Ai piedi delle lapidi del Cav. Luigi Zari e della moglie Gilda Ongaro, vi sono due tombe, rispettivamente di Pietro Zari (foto 8 lapide Pietro Zari) e Maria Lizieri (foto 9 foto Maria Lizier), vedova di Pietro Zari. Nei pressi, una stele è dedicata a Angiolina Citterio Zari e alla neonata Rosanna (foto 10 stele di Angiola e Rosanna Zari; foto 11 dettaglio stele Rosanna Zari), figlia del cav. Luigi Zari e di Gilda Ongaro. 

    Sul lato sinistro del sarcofago, sono fissate al muro del cimitero altre tre grandi lapidi, dedicate rispettivamente alle famiglie: Arturo Bordignon - Angela Posio Bordignon; Rina Teresa Carestia Bordignon ed infine Anselmo Posio - Giuseppina Zari Posio (foto 12 Lapidi Arturo, Rina e carestia Bordignon; Anselmo e Giuseppina Posio).

   Simmetricamente disposti ai lati del sarcofago, due alti monumenti celebrativi a tronco di piramide con quattro facce triangolari che partono da un’alta base quadrata. Sulla testa di ciascuna piramide sono appoggiati due piccoli vasi, parzialmente coperti da un velo funebre; due piccoli cammei vicino alle cuspidi, racchiudono  simbolici omaggi, ormai incomprensibili, ai defunti Un monumento è dedicato a Pietro Zari e alla dilettissima piccola Pierina (foto 13 stele Luigi Zari e Pierina; foto 14 particolare di Pierina),  figlia di Luigi Zari e Gilda Ongaro, l’altro ad Angiola Citterio Zari (moglie di Pietro) e alla neonata Rosanna, figlia di Luigi Zari e Gilda Ongaro.

Oggi gli scritti di alcune lapidi sono quasi illeggibili a causa dell’usura del tempo; per questo le abbiamo volutamente trascritte integralmente. Dalla loro lettura, consono con lo stile di inizio Novecento, appare evidente l’intenzione di sottolineare il positivo carattere, la laboriosità e la limpida moralità di tutta la grande famiglia Zari.

Ongaro
Pietro Zari
Intrigante
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