Famiglia Gropallo.
Famiglia Trivulzio.
L’antica famiglia Trivulzio è stata una delle grandi casate nobiliari di Milano e della Lombardia, di fede Longobarda, la cui presenza nel nostro territorio è documentata già nel X-XI secolo. Il loro nome proviene dal paese Trivolzio, Trivols in dialetto pavese, noto nel XII secolo come Trivulcium. Il borgo in provincia di Pavia era stato sede di una importante Pieve della diocesi pavese. Attualmente il borgo è agricolo ed ha circa 200 abitanti.
Numerosi erano i feudi dei Trivulzio: Melzo, Borgomanero, Vigevano, Codogno ecc. e altrettanti i loro titoli nobiliari, tra i quali citiamo: Principe di Musocco, e di val Mesolcina, Marchesi di Melzo ecc. e Patrizio Milanese. Fondatore del casato, che toccò il suo apogeo nella seconda metà del XV secolo, fu nel X secolo Ambrogio Trivulzio, condottiero al tempo degli Sforza. Successivamente i Trivulzio passarono al servizio del re di Francia. Particolarmente famoso divenne il condottiero Gian Giacomo Trivulzio, grande avversario di Bartolomeo Colleoni.
Il casato Trivulzio è citato dall’arcivescovo Ottone Visconti, 1277, tra le 200 famiglie patrizie milanesi più autorevoli. A Milano nel loro palazzo, anticamente sede della biblioteca Trivulziana ora al castello Sforzesco, nacque Cristina Trivulzio, diventata principessa di Barbiano di Belgioioso d’Este. Straordinaria figura di donna, patriota di idee liberali, fu protagonista del nostro Risorgimento. In tale veste partecipò alla 5 giornate di Milano a capo di un manipolo di napoletani da lei direttamente ingaggiati e pagati. È stata anche scrittrice e fine intellettuale di fama internazionale.
In un interessante libro[1], inedito, sono elencate ben 48 tavole che descrivono in dettaglio i singoli alberi genealogici della sterminata famiglia nobiliare Trivulzio, diramatasi non solo in quasi tutta l’Italia, ma anche in Argentina e Australia. Dallo stesso libro sono state stralciate molte parti riguardanti in particolare i Trivulzio di Capriano.
[1] “UNICA MENS” fiori e rami noti e meno noti dei Trivulzio, a cura di Augusto Maria Trivulzio, e altri, del 2018
Stemma.
