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Comunità statunitense.

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  Da quasi un secolo, gli Stati Uniti riconoscevano nella Francia la nazione che aveva dato loro non solo l’idea di “libertà”, scritta a caratteri d’oro nella costituzione, ma anche, durante i lunghi anni della loro guerra d’indipendenza, importanti aiuti in mezzi, uomini politici e d’arme. E di questi aiuti gli americani conserveranno sempre viva memoria e riconoscenza.

   Un esempio su tutti: il francese marchese de la Fayette, non a caso definito “l’eroe dei due mondi” ben prima di Garibaldi, è stato uno dei protagonisti della scena politica, americana e francese di fine Settecento inizio Ottocento. Dopo aver partecipato attivamente alla Rivoluzione Francese, presa la cittadinanza statunitense, combatté con il grado di “major general” a fianco di Giorgio Washington, diventando uno dei protagonisti e padri nobili di quella vincente rivoluzione. Tornato in Francia, la Fayette non si schierò mai con Napoleone Bonaparte, nonostante le numerose richieste in tal senso ricevute, in quanto i suoi sentimenti erano per la libertà e contro la tirannide. Solo dopo Waterloo accettò di far parte, con il maresciallo Sébastiani, della delegazione francese per trattare la pace con le potenze vittoriose.

   Tra i grandi sostenitori di La Fayette, oltre ai presidenti degli Stati Uniti, Washington e Jefferson, si distinse Benjamin Franklin, uno dei principali redattori della costituzione americana. Nel 1776 ebbe l’onore di leggere in Parlamento la dichiarazione dell’Indipendenza degli Stati Uniti, che dava vita alla prima costituzione repubblicana del mondo. Insigne scienziato, grande rivoluzionario, venne nominato nel 1778 ambasciatore in Francia. Il suo salotto culturale divenne uno dei più ricercati e frequentati di tutta Parigi. A sugellare l’amore degli Stati Uniti per la Francia, ricordiamo che il trattato di pace, che sancì la loro indipendenza dall’Inghilterra, venne firmato a Parigi nel 1783.

    Per citare un solo altro esempio: il giornale “Le Figaro”, nel 1902, pubblica un numero dal titolo: “Français d’Amérique et Américains de France; 1781-1902” in occasione della inaugurazione a Washinton della statua di Rochambeau [1], e della mostra che rievoca gli eventi e i personaggi che contribuirono, nella guerra d’indipendenza statunitense, a legare strettamente le due nazioni. Sempre nello stesso giornale vi è una descrizione della comunità americana a Parigi forte di ben seimila persone: banchieri, commercianti, industriali, artisti, giornalisti, mecenati.

  Tra le più eminenti persone sono citati: gli amici intimi del generale Porter, ambasciatore degli Stati Uniti in Francia; il sig. Mac-Lane, ministro degli Stati Uniti. In altri giornali che descrivono la società americana in Francia, a partire dal 1860, troviamo personaggi di nostro interesse quali: Robert M. Hooper vice console generale, Douglas-Twombley, …. e la marchesa D’Adda Salvaterra, nata Mary Hooper, che era molto apprezzata per la sua dedizione alle opere di bene.

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Comunità italiana.

 

[1] Conte di Rochambeau, fu il comandante in capo del corpo di spedizione francese inviato in aiuto delle forze rivoluzionarie statunitensi, contro gli inglesi.

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