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Gabrio Piola.

   Gabrio Piola nasce a Milano il 5/7/1794 e muore a Giussano il 9/11/1850. Di nobile e ricca famiglia patrizia milanese, di antiche ascendenze francesi, la sua famiglia aggiunge al proprio cognome quello di Daverio quando, verso la metà del 1700, Don Giuseppe Maria Piola sposa donna Fulvia dei Marchesi Daverio, signori di Castegnate.

   Gabrio Piola studia per alcuni anni privatamente poi segue corsi formali all’università di Pavia, dove consegue il diploma di Baccelliere nel 1815; qualche giorno dopo quello di Licenziato e sei mesi dopo ottiene il titolo di Dottore in matematica. Uomo dai moltissimi e profondi interessi, ma schivo e riservato, conquistò un posto d’onore tra gli studiosi italiani. Giovanissimo, è tra i fondatori e animatori dell’Accademia milanese del Chiossetto, fucina di artisti, letterati e umanisti, che si riunivano nella casa di Giovanni Antonio Maggi (1791-1863), filologo, collaboratore e amico di Vincenzo Monti.      

   Gabrio Piola, di salute piuttosto gracile, dopo il matrimonio con donna Luisa Pestalozzi, signora di buona cultura specie letteraria, si ritira tra le sue case di Milano e Giussano per dedicarsi agli studi di Fisica e Matematica, che di gran lunga prediligeva su tutti gli altri interessi. A partire dal 1818, quando curerà una edizione critica degli “elementi di geometria e algebra” di Vincenzo Brunacci (1768-1818), Gabrio Piola pubblicherà ben 43 importanti opere e saggi di matematica, ed altri numerosi scritti filosofici e storici, senza trascurare alcune composizioni poetiche.

La sua casa di Giussano, preferita da lui e dalla moglie, diventerà una sorta di cenacolo intellettuale dove, oltre a lezioni private, Piola intratterrà relazioni personali con molti importanti matematici del suo tempo ed in particolare con il sommo Augustin-Louis Cauchy, matematico e ingegnere francese (1789-1857). Con quest’ultimo ebbe particolare sintonia, interamente ricambiata, sia nel campo scientifico (pur se Piola non condivideva appieno le sue rivoluzionarie teorie matematiche) che “spirituale”, essendo entrambi convinti cattolici di impronta tradizionale, senza per questo scadere nel gretto conservatorismo.

 

 Gabrio Piola conosce a fondo anche i lavori del matematico Bonaventura Cavalieri, a suo tempo stimatissimo da Galileo, per il quale comporrà un elogio in occasione della erezione di una sua statua, opera di Antonio Labus (alias Labusis), nel cortile del palazzo braidense a Milano. Per inciso, una pregevole statua di Antonio Labus, quella del “buon pastore”, è posta di fronte alla cappella Piola, in Giussano.

Nell’approfondimento dei suoi studi di fisica-matematica, Gabrio Piola giunse a pensare di fondare tutto solo sui nuovi concetti di spazio e tempo, senza la necessità di introdurre, come allora sembrava ovvio, anche l’idea di forza. In questo ambito cercherà di definire una “equazione generalissima”, non disquisibile, cioè che non necessita di ulteriori minuziose trattazioni.

Gabrio Piola è quasi dimenticato in Italia, mentre la sua fama resta significativa all’estero, nonostante abbia, volutamente, scritto tutte le sue opere in italiano. Nei suoi studi sulla meccanica Gabrio Piola passa dalla concezione settecentesca della materia vista come un continuo, all’idea più aderente alla realtà che essa è un insieme di molecole e quindi discontinua[1]. È esattamente nello studio dell’elasticità dei corpi che il nome di Gabrio Piola è internazionalmente noto. Non è un caso che porta anche il suo nome un fondamentale concetto della meccanica del continuo: il Tensore di Piola Kirchhoff[2]; che è indispensabile per lo studio del problema statico dei continui soggetti a grandi spostamenti[3]. In estrema sintesi: Il tensore è la sollecitazione interna di un corpo continuo, ad esempio una trave, attraverso la superficie di contatto, cioè come si deforma il materiale sotto l’azione delle forze applicate; ma la materia non è continua essendo fatta da molecole, quindi è discontinua, pertanto occorre, nei calcoli del comportamento dei materiali, tenerne conto. Fu il grandissimo matematico Augustin-Louis Cauchy (1789-1857) che nel 1822 formalizzò il concetto di “tensione”, insieme a quello di “deformazione” e stabilì un legame tra le due grandezze.

   Tra i molti allievi di Gabrio Piola vogliamo ricordare il matematico siciliano Placido Tardy (1816-1914), docente a Palermo, e un altro grande matematico Francesco Brioschi (1824-1897), ricordato soprattutto per i suoi studi che trattano il moto del calore all’interno di una sfera. Brioschi sarà il fondatore del Politecnico di Milano. I lavori di Tardy e Brioschi, fondatori della rivista italiana di matematica “Annali di Matematica Pura ed Applicata”, attesteranno a livello internazionale la nascita della scuola italiana di matematica.

   Dicevamo della religione di Gabrio Piola: diversi suoi scritti trattano il problema. In quel tempo si stava decisamente affermando l’idea di Pierre Simon Laplace (1749 – 1827) che l’universo fosse nato da una nebulosa primitiva, e che da quel primo istante tutto il divenire era meccanicamente predefinito, essendo ogni stato presente frutto dello stato precedente: introduceva di fatto una sorta di ateismo scientifico. Gabrio Piola non accetta l’idea e scrive contro il “probabilismo etico”, facendo riferimento anche alle posizioni di Augustin Cauchy, vale a dire che non sono concepibili le dottrine del Laplace sull’applicazione del calcolo delle probabilità alle scienze morali.  Scrive Gabrio Piola: “Noi invece… riconosciamo l’assoluta padronanza dell’Autore della natura di sospenderle o di variarle (le leggi della natura) … senza contraddizioni alla immutabilità della divina volontà… così torna a battere il cuore umano… nel suo Dio che gli fanno trovare anche nei sospiri e nelle lacrime una dolcezza ineffabile”.  La parte finale di questo brano denota l’aspetto poetico del grande matematico Gabrio Piola che vuole conciliare “Fede e Ragione”, dilemma più che mai attuale nel nostro tempo. Chiudiamo ricordando che Gabrio Piola fu premiato con l’ammissione all’accademia di Religione Cattolica di Roma.

Le spoglie mortali di Gabrio Piola riposano nella grande cappella di Giussano, insieme a quelle della moglie e del figlio, morto in giovane età.  Nella cappella vi sono altri 17 membri della sua famiglia, a partire da Giuseppe Piola, padre di Gabrio, morto nel 1826, fino all’ultima sepolta nel 2013.

A Giussano, ed è un vero peccato, non resta alcuna traccia significativa della sua memoria: la grande villa di famiglia, donata a suo tempo alla parrocchia e nella quale ha trascorso tutta la vita, è stata quasi totalmente abbattuta, poi frazionata e venduta. Oggi è irriconoscibile e il vasto giardino nel quale trascorreva serenamente le giornate è stato distrutto per far posto ad un grande parcheggio pubblico…

 “Sic transit gloria mundi”, per fortuna di lui restano a perenne memoria le opere scientifiche e la cappella mortuaria.

 

[1] Gabrio Piola, di Andrea Filoni e Amedeo Giampaglia, città di Giussano, Bellavite, novembre 2006, pag.71

[2] Gustaf Kirchhoff è stato un grande fisico e matematico tedesco, noto soprattutto per le due leggi per misurare le correnti e le differenze di potenziale in un circuito elettrico qualsiasi.

[3]Gabrio Piola, Ibidem; pag.73

Statua di Gabrio Piola nel cortile di Brera a Milano (Wikipedia).
da Wikipedia

Villa PIola lato giardino.

Villa Piola foto 1900 lato piazza Roma Giussano.

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