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Famiglie Kramer-Cornalia.

   Le famiglie Kramer e Cornalia sono strettamente intrecciate: li legano i rapporti familiari ma, soprattutto, la lavorazione della seta.

  Giovanni Adamo Kramer è il capostipite, trasferitosi da Francoforte a Milano nel 1782 per iniziare l’attività manifatturiera relativa al cotone. Il governo austriaco incentivava questi trasferimenti in Lombardia, concedendo aiuti finanziari e agevolazioni a chi incrementasse l’attività manifatturiera in Lombardia, utilizzando gli ampi spazi disponibili a seguito della soppressione dei monasteri in epoca napoleonica. I trasferimenti furono favoriti anche dal fatto che nel 1781 ci fu un editto che rese possibile la professione, in privato, di fedi religiose diverse dal cattolicesimo.

Nasce così la Ditta Kramer e Compagni che associa gli Hartmann di Augusta e i Frey e Pestalozzi di Zurigo. Inizialmente la ditta è a Milano e si occupa di stampaggio su tessuti di cotone; successivamente la lavorazione è estesa alla filatura e tessitura del cotone. Occorrono spazi; a Cremella c’era il grande convento dismesso, quindi cosa di meglio che installarvi una tessitura.

   Nel 1802 Adamo Kramer entrò a far parte del Consiglio Comunale di Cremella, nel 1805 divenne presidente della locale Camera di Commercio e nel 1812 partecipò al Consiglio generale di commercio, arti e manifatture.

   Nel 1812 la famiglia Kramer venne ad abitare a Cremella presso l’ex convento dove c’era il fulcro della sua attività. La ditta ebbe un grande successo e passò indenne attraverso il periodo napoleonico e il ritorno del governo austriaco: i Kramer ebbero buoni rapporti con entrambi i governi da cui ricevevano le agevolazioni necessarie alla propria attività imprenditoriale.

   Nel 1825, Adamo Kramer, il fondatore, morì. Aveva quattro figli maschi e tre femmine.

Adamo Kramer si era sposato due volte: aveva dunque figli di primo letto e figli di secondo letto. L’attività passò indivisa ai figli maschi, mentre alle femmine spettò solo la legittima. La direzione fu assunta da Carlo, figlio di promo letto. La ditta procedette la sua attività a gonfie vele, rinnovando i macchinari e assumendo manodopera straniera. Un fratello di Carlo, Antonio, si specializzò a Parigi in chimica, diventando in Lombardia uno dei più importanti esperti del settore.

   Nel 1822, a coronamento della loro attività di successo, i Kramer furono nobilitati dal governo austriaco.

   Nel 1844, vicende familiari e societarie portarono allo scioglimento della ditta; influì, soprattutto, la morte di Edoardo, unico figlio di Carlo, che comportò l’estinzione del ramo maschile dei Kramer.

 

   Moglie di Carlo Kramer era Teresa Berra, nata a Milano il 22 marzo 1804  e morta a Milano, 26 ottobre 1879.

   Nata nella famiglia liberale di Domenico Berra e di Carolina Frapolli, sposò nel 1821 Carlo Kramer, dal quale ebbe nel 1829 il figlio Edoardo.

   Teresa Berra per due anni, dal 1824 al 1826, viaggiò per l'Europa e conobbe molti esuli italiani. In Italia fu in corrispondenza e amicizia con note personalità della politica e della letteratura, come Giovanni Berchet, che le dedicò la poesia Matilde, Carlo Cattaneo, Giacomo Ciani, Pietro Giannone, Tommaso Grossi, Giacomo Medici, Aurelio Saffi, Camillo Ugoni e altri. I salotti della sua casa milanese e della villa di Cremella erano aperti alle cospirazioni dei patrioti della Giovine Italia, così che la Berra finì per essere sorvegliata dalla polizia austriaca.  Durante i moti di Milano del 1848 si prodigò per le cure dei feriti e quando la rivolta fu repressa dagli Austriaci, riparò nella sua casa di Lugano, dove accolse Mazzini e altri esuli. Tornò a Milano nel 1851.

   Il marito morì nel 1844. Il figlio Edoardo, laureato in legge e in ingegneria, deputato nel 1860 nel Parlamento sabaudo, combatté volontario nella seconda e nella terza guerra d'indipendenza, e morì prematuramente nel 1869. Giuseppe Mazzini le scrisse una lettera per esprimere il suo cordoglio. Una lapide ricorda nel cimitero di Cremella questo triste evento. Teresa Berra, in ricordo del figlio, decise di istituire nella ville di Cremella e di Tremezzo, sul lago di Como, due asili per l’infanzia: nacque così la pia Fondazione Edoardo Kramer. Fu istituito un fondo per le pensioni agli operai invalidi. L’Istituto Lombardo di Scienze e Lettere ricevette fondi per istituire il premio Edoardo Kramer da assegnare ogni due anni.

 

   La vicenda dei Kramer, però, non finisce qui, ma prende un’altra strada per merito di Luigia Kramer, una delle figlie del fondatore Adamo, esclusa dalla ditta per mantenerne l’unità della ditta a favore dei figli maschi.

   Luigia Kramer (vedi foto lapide) sposò il barone Francesco Cornalia, acquisendo il titolo di baronessa, e il 25 agosto 1824 nacque Emilio (vedi foto lapide), che è ricordato nel cimitero di Cremella.

   Il padre volle che Emilio si iscrivesse alla facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Pavia, ma l’amore per le scienze naturali fu più forte: dopo un mese cambiò facoltà e si iscrisse alla facoltà di medicina, ma concentrò i suoi interessi sulle scienze naturali e in particolare sulla geologia.

   In seguito alla pubblicazione nel 1847 del saggio “Sui progressi della geologia nel sec. XIX”, fu nominato assistente del Museo di Storia Naturale dell’Università di Pavia dove conseguì la laurea nel 1848 con una tesi dal titolo “Notizie geo-mineralogiche sopra alcune valli meridionali del Tirolo”.

   Durante la Cinque Giornate di Milano partecipò ai moti rivoluzionari. Nonostante ciò, e grazie alla tolleranza del governo austriaco, nel 1849 ottenne la libera docenza in storia naturale e nel 1851 fu nominato direttore del Civico Museo di Storia Naturale di Milano.

   Anche il Regno d’Italia riconobbe la sua competenza e i suoi suggerimenti furono indispensabili per impostare al meglio la politica agricola. Divenne membro della Commissione per lo studio della filossera, insetto che causa gravi danni ai vitigni, e fu socio dell’Accademia dei Lincei.

   Emilio Cornalia si specializzò nello studio del baco da seta. Al suo tempo vi fu una fioritura di studi sull'argomento in considerazione dell’importanza del baco per la produzione della seta. Oggi è un mondo completamento scomparso il cui ricordo permane grazie agli sparuti gelsi, delle cui foglie il baco si nutre, ancora presenti in alcune contrade lombarde.

   Nel 1853 l’Istituto Lombardo di Scienze e Lettere gli conferì il primo premio per lo studio dell’anatomia del Bombix mori e delle sue malattie. Cornalia divenne vice-presidente dell’Istituto e poi presidente. La monografia venne pubblicata nel 1856.

   Un altro importate studio fu “Monografia del Bombice del gelso” che Cornalia studiò sia dal punto di vista naturalistico che patologico. Quest’ultimo aspetto approfondì in “Sulla natura dei corpuscoli vibranti del baco da seta ammalato e considerazioni per ritenerlo effetto e non causa della malattia pebrina”. Egli mise in relazione la pebrina, o male delle petecchie (in dialetto brianzolo mal del sègn) con un protozoo parassita (i “corpuscoli vibrati”)  che provoca nel baco la perdita progressiva dell’appetito, atrofia, macchie nere sul corpo e quindi la morte. Questi “corpuscoli vibranti” furono chiamati da Pasteur “corpuscoli di Cornalia”.

   Emilio Cornalia morì l’8 giugno 1882; nel 1884 venne sepolto nel cimitero di Cremella accanto alla tomba della madre Luigia Kramer.

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