Famiglia Gropallo.
Cherubini, il dialettologo tra romanticismo e questione della lingua.
Come nasce la passione di Cherubini per lo studio del dialetto? Ce lo racconta Gian Battista Capitani che ha raccolto i documenti lasciati da Cherubiini: «Recatosi egli ancor giovane a Firenze, e desideroso di mangiarsi all’osteria una porzione di fagioletti o fagioli in erba, e chiamatili per la sola voce milanese fino allora a lui nota di cornitt, s’avvide di non essere punto punto inteso, quasiché non fosse nell’Italia stessa. Buon per lui che in quella gli capitò innanzi una Bresciana che tosto gli fe’ da interprete».
Da qui nasce il vocabolario milanese-italiano e quello mantovano-italiano, oltre ai numerosi studi di glottologia.
Fu coevo di Alessandro Manzoni (1785-1873) che consultò spesso il vocabolario milanese-italiano di Cherubini per trovare corrispondenze tra il dialetto lombardo e quello toscano, che era prevalso su tutti gli altri per ver avuto dalla sua parte Dante, Petrarca e Boccaccio. Al dialetto toscano Manzoni faceva riferimento per il linguaggio da usare nei suoi Promessi Sposi.
Le opere di Cherubini nascono in età romantica e per la loro natura sono “rigide”, cristallizzate come tutte le voci dei dizionari, in contrasto con il sentire romantico la cui fluidità è esemplarmente tratteggiata in questa brano - con riferimento alla poesia - tratto dall’Enciclopedia Treccani:
Non esistono ‘modelli’, esemplari perfetti di poesia, di valore normativo: la poesia esiste solo nella sua storia. Fra la vita dei popoli e la loro poesia esiste la medesima immediatezza di rapporti presente tra la vita dei popoli e il loro linguaggio; poesia e linguaggio nascono insieme. Ogni elemento intellettualistico esula così dalla poesia. All’ammirazione esclusiva per l’armonica e in sé conchiusa perfezione delle forme classiche si sostituisce un sentimento dinamico della poesia che, mentre comprende nel suo senso di trascendenza e nel suo slancio religioso l’arte medievale, ne afferma la vicinanza spirituale all’uomo moderno.
Per i romantici tedeschi, e poi per quelli italiani:
La poetica trasfigurazione della vita, che i primi romantici avevano compiuto, doveva fatalmente fare luogo al bisogno di concretezza, di realtà. La coscienza storica e il sentimento nazionale furono le prime fra queste realtà.
Il Giordani, dalle colonne della Biblioteca italiana, giudicò assai nociva la pubblicazione di testi dialettali in un periodo in cui tutti gli sforzi dovevano essere tesi a «insinuare nella moltitudine la pratica della comune lingua nazionale, solo istrumento a mantenere e diffondere la civiltà».
Ora che il tempo è passato, e le polemiche sono svaporate, l’opera di Francesco Cherubini rimane insostituibile per la conoscenza di un dialetto che non esiste più e, con buona pace dei detrattori di un tempo, la quasi totalità delle opere di Cherubini è stata scannerizzata e dunque comodamente consultabili in rete.
Dedica di Francesco Cherubini al Conte Giuseppe Taverna del dizionario milanese-italiano
