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Palazzo Crivelli
Viale dei cipressi
Santa Maria della Noce - foto Comune di Inverigo
Palazzo Crivelli

   Inverigo è un piccolo paese della Brianza di antichissima origine, sviluppatosi a partire dal 1600 circa, intorno al castello dei Crivelli , signori che dominavano gran parte del territorio. Nel 1816, per determinazione della I.R. Cancelleria Aulica, venne a far parte del distretto di Canturio[1] (oggi Cantù), insieme ad altri sedici comuni, compresa Cucciago, già Pieve di Galliano e Cabiate, già pieve di Mariano; il neonato distretto contava circa 18.700 abitanti, in ragguardevole crescita rispetto a vent’anni prima.

  Attualmente le frazioni di Cremnago, Romanò Brianza e Villa Romanò fanno parte del comune di Inverigo: ciascuno di questi borghi ha alle spalle una lunghissima e interessante storia comunale.

  Rimandiamo alle descrizioni delle singole frazioni, nei cui cimiteri sono sepolti personaggi di indubbio interesse storico che rientrano nell’ambito del nostra specifica ricerca (cimiteri e tombe illustri). Ricordiamo che nel territorio di Inverigo vi è la grande e suggestiva tenuta di Pomelasca caratterizzata dalla villa dei conti Sormani e da una piccola e graziosa chiesetta in cotto rosso, di recente costruzioni, che conserva numerose tombe degli antichi proprietari.

   Per gli appassionati consigliamo di visitare Inverigo e le sue frazioni, a piedi e o in bicicletta. Soffermarsi nei piazzali delle chiese disseminate nel territorio è una esperienza estremamente suggestiva… in pochi chilometri si scoprono alcuni dei più splendidi paesaggi brianzoli, anche se alcuni scorci rivelano, malauguratamente, il pesante e non sempre felice intervento dell’uomo.

   Detto ciò torniamo a descrivere Inverigo, Il dolce colle su cui era edificato il castello, attualmente trasformato in elegante dimora signorile, è uno dei più ameni di tutto il territorio. Splendida è la vista, difficilmente eguagliabile per l’ampiezza e la bellezza del panorama: verso nord-est, lo sguardo domina tutta l’ampia vallata del Lambro e si perde lungo le mosse e verdi alture dell’alta Brianza. Le Prealpi, Grigne e Resegone in primis chiudono l’orizzonte. A sud-ovest, la vasta pianura milanese coronata, in lontananza, dalla grande catena delle Alpi, caratterizzata dall’inconfondibile massiccio del monte Rosa. Rinfrescata dal fiume Lambro, da vara rii e da numerose risorgive, tutta l’area risulta verdeggiante con campi ben curati e boschi dove svettano numerosi castani.

   A partire dal centro cittadino, il cimitero d’Inverigo è facilmente raggiungibile a piedi percorrendo la comoda strada asfaltata che scende lungo il versante sud-est del colle. Il campo santo, chiuso da mura, è a mezza costa, limitrofo alla ferrovia Milano-Erba, realizzata in diverse fasi a partire dallo studio del tracciato del 1877. Inverigo fu raggiunta dal treno qualche anno dopo, nel novembre del 1879, Erba il 31 dicembre dello stesso anno, mentre il prolungamento fino ad Asso fu realizzato molto più tardi, nel 1922. Fu così che Inverigo, facilmente raggiungibile da Milano, divenne la meta prediletta dei cittadini sia per le vacanze che per la “gita fuori porta.

   Per chi è meno frettoloso, consigliamo un piacevole percorso alternativo. Parcheggiata la macchina nel centro di Inverigo, ci si avvia verso la parrocchiale e da lì, svoltando a sinistra, si raggiunge facilmente la grande villa Crivelli, contornata da un piccolo e grazioso borgo medioevale, attualmente in fase di restauro.

   Si ha quasi la sensazione di “entrare” in un mondo antico, sopravvissuto agli attuali drastici cambiamenti ambientali. Un lungo viale di alti cipressi fa da mirabile cannocchiale ottico, guidando lo sguardo del visitatore verso l’ampia valle del Lambro, chiusa sullo sfondo dalle alte Prealpi lecchesi. Voltando lo sguardo a destra si scorge facilmente il cimitero del paese. Sulla sinistra, ondulati e gradevoli dossi conducono alla villa Sormani dei conti di Missaglia, i cui giardini si raccordano dolcemente con l’ampia e verde tenuta di Pomellasca. A centro, la grande villa padronale circondata da alti faggi e da campi terrazzati ben tenuti, che si perdono, lontano, tra i boschi che nascondono alla vista il fiume Lambro.

   All’inizio del viale dei cipressi, vi è una piccola lapide scritta in latino, che ricorda l’anno di realizzazione, 1664, e l’autore del pregevole percorso: “Marchiunum Fratum De Cribellis; ad patriam incolumen reditum/ hanc viam aperit/ ad fontes salutis breviorem” (ritornato incolume in patria, aprì questa via breve per arrivare alla fonte della salvezza). Da quel punto parte una breve e agevole scalinata fiancheggiata da un muro, che conduce all’inizio del viale alberato. Il muro, che è quanto sopravvive di un antico tempio romano, termina con due grandi nicchie, costruite in pietra molera, e si percorre un facile sentiero, fiancheggiato dai cipressi. Qua e là, si trovano alte basi in pietra sulle quali, un tempo, erano collocate statue classicheggiante, ormai perdute.

   Raggiunto il fondo della dolce valle, si è accolti da una felice sorpresa: l’intimo e antico borgo di Santa Maria della Noce, recentemente restaurato (F. È consigliabile dedicare un po’ di tempo a questo piccolo gioiello che un tempo era il principale mercato dei “bigatt” (bachi da seta), di questa parte di Brianza.

   Suggeriamo di entrare nella chiesa e sostarvi qualche minuto, dopo aver ammirato il bel portale in noce scolpito. Sulla parte destra dell’altare vi è un grande dipinto del 1671 che raffigura, in primo piano, una madonna che sembra protegge don G. Battista Crivelli in abito di cavaliere dell’Immacolata. Il marchese era stato nominato da papa Urbano VIII Cavaliere e Commissario Generale dell’Ordine Militare dell’Immacolata Concezione, del ducato di Mantova. Nell'angolo sinistro del quadro è raffigurato il viale dei cipressi e il grande castello dei Crivelli, in quel tempo non ancora trasformato in villa di delizie, caratterizzato da due alte torri (oggi ne è rimasta solo una). Grande era l’importanza dei Crivelli in tutto il feudo, tanto che nella parrocchia di Inverigo, ancora a metà dell’Ottocento, un cappellano di nomina Crivelli, sussidia il parroco. Altri dipinti di pregio sono collocati lungo le pareti laterali della chiesa.

   Al termine della visita si può, risalendo lungo la strada asfaltata, raggiungere, dopo poche centinaia di metri il cimitero di Inverigo, meta del nostro cammino.

 

[1] Carlo Annoni, proposto parroco nel borgo stesso; monumenti e fatti politici e religiosi del Borgo di Canturio e sua Pieve; tipografia del Dottor Giulio Ferrario, Milano 1835, pag.355

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