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Il paese di Romanò (frazione di Inverigo)

   È attualmente una frazione del comune di Inverigo, posta sull’alta riva destra del fiume Lambro, a due passi da Villa Romanò. La sua struttura antica è raccolta intorno ad un piccolo centro dove si trova, in piazza Libertà, villa Mezzanotte ed alcune case contadine piuttosto diroccate. A lato della villa, nella piazza alquanto modesta, vi è una fontana d’acqua potabile costruita in epoca fascista con inciso sul frontone  la scritta: ANNO VI E.F. MCMXXVIII

   L’ambiente naturale del paese di Romanò è molto simile a quello di Villa Romanò compresa l’ubicazione della chiesa parrocchiale, dedicata a San Michele Arcangelo, situata sul crinale della valle che dà sul Lambro; da lì si può ammirare la vasta valle del Lambro e le montagne lecchesi. In piazza della chiesa vi è una colonna dedicata ai morti della peste del Seicento.

   Interessanti sono, vicino a piazza Libertà, gli avanzi di un vecchio torrione e di una casa antica ben restaurata, probabili vestigia del castrum medioevale che lì sorgeva.

   I registri del 1751 evidenziano che  il comune era abitato da 220 persone. Dopo varie vicissitudini, seguite alla soppressione napoleonica del comune,  il ritorno degli austriaci gli restituì tale dignità nel 1816. Alla proclamazione napoleonica del “Regno d’Italia” nel 1805 il paese contava 374 abitanti. Dopo l’unità d’Italia nel 1871  Romanò aveva 811 abitanti ( 1781). Nel 1929, durante il fascismo il municipio fu soppresso e aggregato ad Inverigo; così è ancora oggi.

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