Famiglia Gropallo.
CIMITERO DI GALLIANO
Segnalato da Elia Pirovano.
TOMBA DELLA FAMIGLIA BIFFI
La tomba della famiglia Biffi, in stile babilonese, commissionata da Francesco Biffi nel 1898 al famoso architetto Giuseppe Sommaruga, si erge con la sua imponente mole nel cimitero di Galliano, frazione di Eupilio. Lo stato di deplorevole abbandono in cui si trova il mausoleo fa affiorare alla mente il motto latino "Sic transit gloria mundi".
Eppure ci fu un tempo in cui i signori Biffi, grazie alla grande capacità imprenditoriale unita al lavoro indefesso, erano in stretto rapporto con i Savoia e contribuirono a scrivere pagine di storia meneghina con il loro Café in Galleria a Milano.
IL CAFE' BIFFI E L'INAUGURAZIONE DELLA GALLERIA DI MILANO.
(da Camera di Commercio di Milano "I locali storici di Milano" ed. Turing Club Italia)
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Il 15 settembre 1867 è una domenica soleggiata e una folla in abiti neri e cravatta bianca attende l’arrivo del re Vittorio Emamuele II, che in veste ufficiale visiterà per la prima volta la Galleria, appena realizzata dall’architetto bolognese Giuseppe Mengoni per festeggiare l’annessione della Lombardia al Piemonte.
Secondo la cronaca del settimanale femminile il Corriere delle Dame del 1867 “il solo Biffi, il celebre papà dei panettoni, inaugurò nel bel mezzo della galleria un vasto ed elegante cafè che fu tosto invaso da una folla di gente e continua ad essere stipato a tutte le ore del giorno”.
Il confetturiere di Sua Maestà il re d’Italia, Paolo Biffi, era già noto nei raffinati ambienti milanesi in quanto proprietario e gestore del Café e Offelleria Biffi agli scalini del Duomo, e come produttore di panettoni che allietavano la tavole dei principi di Savoia e delle famiglie più prestigiose della città.
Per Garibaldi realizzava delle torte speciali e che fosse un sostenitore del generale lo conferma l’aneddoto secondo il quale un gruppo di manifestanti, sempre nel 1867, avrebbe staccato il ritratto di Garibaldi dalle pareti del Biffi per condurlo tra ovazioni nella vicina contrada del Monte; in quello stesso anno, inoltre, furono proprio i preziosi cristalli del locale ad andare a pezzi durante una turbolenta protesta a favore del celebre militare.
Le vicende del Biffi e quelle della Galleria, sia nei momenti di splendore sia in quelli di crisi, hanno condiviso un destino comune. Il locale si trovava e si trova infatti nell’ottagono, sotto l’affresco dell’Africa del Pogliano, e all’inizio della sua storia occupava diverse vetrine della Galleria e un primo piano con eleganti vetrate.
Padre di dieci figlie, tutte lavoranti e ‘maritate’ in Galleria, il signor Biffi era uno dei pochi a potersi permettere un affitto di 30 000 lire annue per il mantenimento del Café-Birreria-Ristorante Biffi, che nel 1882fu il primo locale a dotarsi di luce elettrica, creando non poco stupore.
Luogo di incontro di artisti, letterati e musicisti, frequentato da Luigi Capuana, Emilio De Marchi e Giovanni Pozza, il Café Biffi è spesso, non a caso, citato nei testi dedicati alla Galleria, in cui si fa riferimento ai concerti serali e al rumore di posate e di mondanità che provenivano dall’interno del locale, suscitando la curiosità dei passanti.
Andare a Biffi rappresentava motivo di vanto, nonché occasione di prestigiosi contatti: fu qui che al baritono Titta Ruffo, nei primi anni del ‘900, venne proposta un’audizione con Toscanini, che in breve tempo lo condusse alla Scala di Milano.
Da Ansa/Alinari
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GALLIANO, UNA PERLA NELL'INCANTO DELLA BRIANZA.
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Nascosto tra le alte coline della Brianza sulla via che da Erba conduce al monte San Primo si trova il lago del Segrino. È un piccolo e suggestivo lago, stretto e lungo, incassato tra i monti tanto da assomigliare più ad un placido fiume che ad un lago. Per raggiungerlo, lasciato alle spalle il grazioso borgo di Longone, si percorre l’unica strada che costeggiando il cimitero del paese supera un piccolo dosso … ed ecco il lago. A questo punto la strada si biforca, da un lato si prosegue per Canzo, un tempo famosa stazione di villeggiatura estiva, mentre svoltando a destra si raggiungono le quattro case del grazioso paesetto di Eupilio che domina l’intero lago. Sulla destra a mezza costa si nota immediatamente il cimitero di nostro interesse, sovrastato dall’imponente tomba del Biffi costruita in magniloquente stile Assiro-Babilonese, come si usava agli inizi del secolo XX
Visitato il piccolissimo camposanto, suggeriamo di seguire l’indicazione che porta verso la modesta cima dell’altura, sulla quale vi sono i resti di una torre-castello che un tempo controllava la via che dai monti conduceva alla pianura brianzola. Lungo il sentiero pedonale, una felice sorpresa: 14 belle stazioni della via crucis accompagnano il facile cammino. Costruite in formelle di terracotta smaltate sono ancora ben conservate in piccole cappelle votive, l’ultima delle quali, piuttosto ampia, conserva, una grande e pregevole terracotta smaltata. Intorno un piccolo slargo che permette una gradevole vista del lago. Le numerose panchine, sistemate con cura, testimoniano che il sito doveva un tempo essere ben frequentato dai paesani e certamente anche dai turisti. Oggi il sentiero sta per essere chiuso dall’avanzare del bosco