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Cimitero di Agliate.

    In un’ampia ansa della sponda sinistra del fiume Lambro si adagia, su una gradevole piana, il piccolo borgo di Agliate al cui centro sorge la splendida basilica romanica dedicata ai santi Pietro e Paolo. Anticamente il sito, capo pieve per secoli, fu strategicamente importante in quanto dominava il punto di passaggio obbligato sul fiume. Numerosi sono gli scritti sull’interessante basilica: per approfondimenti richiamiamo la monografia di Don Rinaldo Beretta “Agliate e la sua Basilica; Carate Brianza, 1971” e il libro “Affreschi votivi ad Agliate…” a cura di Nando Sanvito, recentemente pubblicato a seguito dei restauri sui numerosi e pregevoli affreschi. In quest’ultimo libro si dà conferma di alcuni aspetti di verità contenuti in una storia leggendaria, apparentemente assurda, che veniva tramandata oralmente da secoli. Si diceva che la basilica fosse stata sepolta da una frana e per caso ritrovata da un contadino che, mentre stava zappando la terra, vide affiorare una croce… dalla croce al tetto… e sotto il tetto la basilica (altri raccontavano che la croce fosse stata dissotterrata da una gallina ruspante). In realtà il vetusto tempio era stato interamente sotterrato da una frana della vicina collina, detta “Rovella”, e poi rimesso in ordine.     

    Non lontano dalla basilica, sul dosso di una piccola altura, si trova il cimitero del paese. All’esterno delle sue mura, croci in ferro battuto, in memoria dei caduti della I Guerra Mondiale, disegnano un triangolo verde al cui centro vi è una stele che ricorda i morti per la peste.

    A lato dell’entrata del cimitero vi è una piccola edicola, protetta da una vetrata colorata, sulla quale sono dipinte una Madonna e, ai suoi piedi, un soldato di fanteria morto in guerra. All’esterno dell’edicola numerosi lumini sempre accesi, testimoniano la fede ancora viva degli abitanti di Agliate.

  Appena entrati nel cimitero, si è accolti da un senso di quiete, di pace e di ordine generato anche dalla cura con la quale sono tenute le tombe e le cappelle mortuarie, come la “cappella ossario” dove sono custodite le salme di molti sacerdoti del paese. 

    Il numero di cappelle erette nel cimitero è significativamente alto, tenuto conto che, attualmente, gli abitanti del grazioso borgo sono circa 860. Ciò testimonia l’importanza di Agliate sia nell’antichità, sia nel secolo XX quando numerose e ricche erano le filande e i mulini che sfruttavano l’energia del fiume Lambro. Diverse sono le cappelle di queste ricche famiglie, tra le quali i Bevilacqua.​

    Sul lato interno del muro di cinta del cimitero vi sono numerose antiche lapidi, conservate in memoria di alcuni dei più importanti defunti che un tempo lontano erano stati qui sepolti. Ad esempio ricordiamo la lapide che ha inciso: “PREGATE PER L’ANIMA DEL FU PIERFRANCO CURIONE, PREPOSTO E VICARIO FORANEO D’AGLIATE”.

Su questa antica lapide vi è un pregevole stemma con un’aquila che troneggia al di sopra di un cartiglio contenete: al centro, l’immagine d’un castello; alla destra, la mezza luna; alla sinistra, il sole. Sul fondo della lapide due ossa sono crociate intorno ad un teschio, sul quale è posato un cappello da prete.

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Lapide del preposto Pierfranco Curione.
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